Nessuno uscirà vivo di qui

Continuiamo pure a dirci che il problema è Lui, che il problema sono le televisioni, che il problema sono gli Italiani (gli Italiani sono sempre gli altri) e a ritenerci del tutto autorizzati, intelligenti, simpatici e soprattutto mentalmente normali nel ripetere bungabunga sghignazzando, come se l’espressione fosse neutra, come se non si portasse dentro l’umiliazione e la reificazione delle donne che vige nella fogna merdosa che è l’ambiente da cui quell’espressione è saltata fuori, ripeterlo zompettando sulla terrificante sovrapposizione semantica tra sesso e stupro, come se potesse esserci, e come se facesse ridere, o si potesse ridere comunque, dal “popolo della rete” fino al patetico Elio, che a quanto pare fa ridere perché esiste, visto che la sua opera consiste nel ripetere su base musicale parole ed espressioni proliferanti dai bar ai media e dai media ai bar, e, assieme ai Morgan e ai Busi, nel fornire, a chi si dichiara fuori, chili di para-normalità per stare dentro comunque, ché un divano, un televisore e un biglietto per il grande spettacolo della circolare produzione e fagocitazione di polifosfati organici evidentemente sono ideali universali dell’umana natura. Poi dice che Ferretti è passato coi cattivi. Ohibò, questo è scandaloso. Poi dice che quelli delle battute da bar sono “loro”, quegli altri. Anche no. E che “Silvio Berlusconi non è il mio presidente”. Anche sì.

Radio Genica 2. La “cultura”

Pesaro, ultimo ponte sul Genica
Pesaro, ultimo ponte sul Genica

Fino a qualche anno fa avevo un problema con l’arte. Per questioni scolastiche (ho fatto il liceo classico), ho spesso frequentato persone che, provenendo da ambienti dove il visivo e il concettualmente sottile li si respira fin dalla tenera età, avevano sviluppato una comprensione (che sembrava innata) proprio per ciò che più difficilmente può essere spiegato. Questa difficoltà della spiegazione, a me, che quella facoltà non la avevo mai acquisita, dava sui nervi; il mondo dell’arte mi appariva esoterico, fino al punto di indurmi a pensare che di fatto non ci fosse nulla da comprendere: per molto tempo ho creduto che chi “scegliesse” di dire bellissimo di fronte a un quadro – che avesse magari meno di centocinquant’anni di storia – lo facesse per sentirsi e dichiararsi parte di un’élite intellettuale.

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Radio Genica 1 e ½. Dire le cose

Pesaro, Genica
Pesaro, foce del Genica, particolare

Ho sentito dire – in giro, al bar, in rete – che in parlamento, il giorno della fiducia, “Di Pietro le ha cantate a Berlusconi”, che “Di Pietro ha detto le cose come stavano”. “Di Pietro distrugge Berlusconi” recita il titolo di un ormai noto video (link tolto, causa scomparsa del video, NdJ), ovvero: Di Pietro chiama Berlusconi “stupratore della democrazia”, “spregiudicato illusionista, anzi: pregiudicato illusionista”.
Un paio di giorni fa Vendola (cioè lo staff di Vendola) ha pubblicato sul suo profilo Facebook queste parole: “Il lavoro fondamentale da fare è lo scavo nel suolo delle parole. Il centro sinistra oggi è un palcoscenico che non ha parole”. Molti commentatori hanno contestato questa dichiarazione.

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