Till death do us party è stato pubblicato su Argo
Cecilia aveva messo sul piatto il vinile di True Blue, aveva acceso il giradischi, aveva appoggiato la puntina sul bordo del disco ed era andata a sedersi al centro del divano, distendendosi sullo schienale e lasciando che le braccia si adagiassero ai lati occupando quasi tutto lo spazio, e ora fissava Ferruccio con occhi duri, dalle palpebre immobili. Ferruccio la guardava, poi volgeva la testa a destra e a sinistra, gemeva, si grattava il capo e poi passava le mani sui pantaloni all’altezza delle cosce, e di nuovo la guardava con gli occhi lucidi, implorando una spiegazione.
– Non vali niente, – disse lei, – sei un incapace totale senza cervello e pure brutto, una merda di scimpanzé, un fallimento senza speranza.
Batté una mano sul cuscino del divano.
– Io e te abbiamo chiuso. Mi fai schifo. La tua faccia mi fa schifo, il tuo corpo mi fa schifo.
Ferruccio abbassò il capo e mandò un altro gemito. Tornò in cucina, a sorvegliare la preparazione della cena. L’orologio segnava le 20.31: gli ospiti sarebbero arrivati a momenti.