Tedoldi recensisce Dread

Dreadlock, vista da

Nel mondo durissimo di oggi, questi quarantenni resistono emotivamente anche grazie alle letture che hanno fatto. Le generazioni precedenti sono cresciute in mezzo alle favole con gli orchi. I quarantenni hanno letto, oltre che di orchi, di supereroi – e hanno imparato che gli orchi sono battibili.

Su La poesia e lo spirito, Guido Tedoldi recensisce Dreadlock.

Il tao di Nina e Francesco

Il tao di Nina e Francesco

In occasione di “Urbino e le città del libro”, Il tao di Nina e Francesco è stato pubblicato nella “Piccola libreria dei libri che si trovano solo a Urbino” in quattro volumetti diversi a cura di quattro illustratori: Elia Alaimo, Chiara Bettega, Marta Fioravanti, Alessandro Baronciani.

Fa caldissimo. Sto pedalando verso l’ultimo tratto di spiaggia; chiudo gli occhi, li riapro: vedo in bianco e nero per un istante. Arrivo in fondo alla strada, scendo dalla bici, scendo la scaletta: punto il luogo più lontano, accanto agli scogli, dove il colle e il mare si accostano e il mare è un acquario trasparente di sassi levigati. Le ciabatte affondano nella sabbia, a ogni passo di più. Oltrepasso una coppia di adolescenti che si baciano, una coppia di adulti che si tengono per mano, una coppia di anziani sulle sdraio, che si lasciano vincere dal sole, con gli occhi chiusi e le teste all’indietro. Ancora venti passi nella sabbia e mi fermo, apro lo zaino, ne tolgo l’asciugamano, lo stendo, mi levo la maglietta, mi levo le ciabatte; lascio cadere la schiena sull’asciugamano. Nel giro di una trentina di secondi il sole inizia ad assimilarmi. Lo lascerò fare per un po’, poi andrò in acqua. Per ora ascolto il ritmo dell’onda piccola sulla spiaggia; immagino le disintegrazioni di conchiglie: passarci sopra con il piede nudo, pezzi di mondi tra le dita; il minuscolo gelo dell’acqua a due dimensioni della riva; le miniature nere e rapide dei granchi di scoglio; la sabbia sotto il mare: scura, rigata, compatta. Tra poco. Ora osservo le orbite delle creature poligonali che abitano il mondo dei miei occhi chiusi: viaggiano, talvolta collidono, allora si sovrappongono e si incastrano.

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