Pescibanana Lab in full effect

Perepepè

Ci siamo. Il 21 settembre inizia la seconda edizione di Perepepè.
Il Pescibanana Lab – ovvero Federica Campi e il JN di quartiere – è lieto di presentare i suoi appuntamenti:

29 settembre, ore 21.30: “Un posto piccolo”
– Esplorazioni narrative urbane di Federica Campi e Jacopo Nacci.

17 ottobre, ore 21.30: “Saturnalia”
– Sacrifici narrativi di Simone Ghelli, Vanni Santoni, Wu Ming 2.

Pescibanana Lab interverrà anche come
laboratorio di scrittura creativa (in prosa):

Federica Campi piloterà
un laboratorio aperto a tutti, mercoledì 9 ottobre, alle 16.30,
e un laboratorio per bambini dai 6 agli 11 anni, mercoledì 16 ottobre, alle 16.30;

io piloterò
un laboratorio – a offerta libera – aperto ai maggiori di 18 anni, in quattro sedute, ogni venerdì del Perepepè: 27 settembre, 4, 11, 18 ottobre, alle 16.30.

Non sono necessarie iscrizioni o prenotazioni.
Per maggiori dettagli è sufficiente scrivere a
pescibananalab[at]gmail.com.

Avreste fatto tutti la stessa cosa

È uscito Funambole di Isabel Farah (Marco Del Bucchia Editore).
Sedici monologhi: Medea, Penelope, Arianna, Clitennestra, Leda, Filomela, Egle, Giocasta, Ersilia, Andromaca, Euridice, Frine, Ermione, Rossane, un’amazzone, Antigone.
Un estratto da “Medea” è stato pubblicato su Scrittori Precari.
Qui ho pubblicato “Penelope” in versione integrale.
Qui ho pubblicato “Ermione” in versione integrale.
Qui sotto pubblico “Clitennestra” in versione integrale.
Funambole di Isabel Farah si può ordinare da qui.
Domenica 17, alle 17, Isabel e io lo presentiamo alla Biblioteca San Giovanni di Pesaro

Clitennestra

Isabel Farah - FunambolePentirmene? E perché mai? Non c’eravate voi, giudici, a mettere il mio cuore sulla bilancia, non potete sapere com’era leggero quando Agamennone, grasso come un bue, moriva davanti a me.
Non ci siete voi, giudici, nel mio corpo. Non siete donne, non siete in grado di giudicare una donna.
La verità è che avreste fatto tutti la stessa cosa, la verità è che lo sapete che la legge che predicate non è nemmeno la vostra. È la legge di dio, ma qui non c’è nessun dio. E nelle nostre vene, cari giudici, scorre un colore: rosso. Rosso come la porpora, giudici, come l’amore, come la violenza. Fa caldo, giudici, lo sentite anche voi quest’odore di natura gravida. Quest’odore di seme mi disgusta, insieme al frinire delle cicale. Lo sa Dioniso cosa significa. Lo sa lui che nell’eros c’è un coltello, che il ciclo prevede morte a seguito di vita. L’odore è insopportabile.

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L’Acheronte del nonno

Su Scrittori Precari, L’Acheronte del nonno, il racconto che ho letto a Torino una sega:

[…] È in quell’istante che la porta della sala si piega verso l’interno con un gemito. Ci voltiamo tutti, e non capiamo finché non abbassiamo lo sguardo e vediamo il testone del nonno, e poi il nonno intero che striscia dentro la sala contorcendo il tronco. […]

 [Questo invece è il racconto che non ho letto a Torino una sega]

Ancora sui reading

[…] Ci sono buone ragioni per vedere la cultura digitale non come uno strappo nella storia umana, ma anzi come un ritorno di forme e comportamenti che fanno parte di un passato dimenticato. Nel suo libro “Sono le news, bellezza”, Michele Mezza parla di un “neoumanesimo digitale” basato su una condivisione di beni quale non si vedeva dall’epoca precapitalistica. […]

Dei reading avevo parlato con Massimo Giuliani proprio qualche giorno fa. Questa la riflessione di Max, uscita sul quotidiano Bresciaoggi per la rubrica Linguaggi della rete.