È infelice chi è solo

Nel 2010, in ottobre, il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci ha annunciato, per il giugno del 2011, il Festival Nazionale della Felicità: «Non possono toglierci la voglia di progettare il futuro», ha dichiarato.

A novembre del 2010, il molo del porto si è spezzato. Sul serio: il molo del porto di Pesaro si è spezzato e si è inclinato verso il mare durante l’interruzione dei lavori per trasformare il porto in porto turistico.

A Natale, Matteo Ricci auspicava la trasformazione del centro storico in un «centro commerciale naturale». In quegli stessi giorni veniva eretta in Piazza del Popolo la tensostruttura per il cenone di capodanno. Tutt’attorno, nella piazza, una dozzina di casette di montagna prodotte in serie vendeva oggetti artigianali prodotti in serie e/o oggetti artigianali che tentavano disperatamente di sembrare oggetti prodotti in serie. Insomma, «un Natale sobrio», come ha riassunto soddisfatta la copertina di Con, il notiziario del Comune.

La notte di Natale, sotto l’albero della Piazza, sono state contate solo quattro risse.

A Natale ha abbassato la serranda per sempre il penultimo alimentari del centro di Pesaro. Del resto che ci faceva lì in mezzo al franchising, al centro del centro commerciale naturale?

«Stiamo lavorando per diventare la “Provincia felice” – ha detto prima di capodanno il presidente del consiglio provinciale Luca Bartolucci (quello contrario alla cultura che esclude) – e di sicuro è infelice chi è solo».

Per tutto il periodo di Natale, nel centro storico, ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, appositi ripetitori posizionati a una decina di metri l’uno dall’altro, e ad altezza tale da porli fuori dalla portata delle cesoie di eventuali infelici, hanno diffuso la musica di Veronica Hit Radio. Così i cittadini hanno provato l’emozione di sentirsi dentro un ipermercato pur camminando lungo le strade di un centro storico. La scaletta è stata ogni giorno rigorosamente identica, sì che si poteva essere certi che alla data ora, al dato minuto, al dato secondo, tre giorni dopo, sarebbe scattata la data canzone: perché non possono toglierci la voglia di progettare il futuro.