Resa di un recensore di Candida (intro)

Ogni storia non è regolata da un conflitto ma da una relazione. A volte questa relazione può rimanere solo un tentativo. Altre volte può riuscire pienamente. Storie di popoli. Storie di Nazioni. Storie piccole. Storie grandi. Tutti soltanto tentativi di relazione. Toccami oppure Non toccarmi. Baciami oppure Non baciarmi. Vieni a casa mia oppure Non venire.

Marco Candida, Il bisogno dei segreti
(le frasi in Italique si riferiscono a un manuale di frasi fatte per imparare l’inglese)


Marco Candida, Il bisogno dei segretiDa giorni vorrei parlare del nuovo romanzo di Marco Candida, Il bisogno dei segreti (Las Vegas, 2011). E non ci riesco. Ho quasi sempre creduto di riuscire a comprendere la scritture e le storie di Candida, il loro senso, i loro sensi, i loro piani e di possedere le loro chiavi di lettura.
La prima cosa che scrissi su un romanzo di Marco Candida fu una recensione del Diario dei sogni (Las Vegas, 2008) che era anche un confronto tra Il diario dei sogni e  La mania per l’alfabeto (Sironi, 2007); poi continuai con una recensione di Domani avrò trent’anni (Eumeswil, 2008): in entrambi i casi mi erano chiare – o, almeno, credo che mi fossero chiare – le direzioni, i passaggi, i rimandi, le evoluzioni e le rivoluzioni di senso: nella mia testa c’era un universo candidiano di concetti e significati, i mutamenti del quale potevo comprendere – o credevo di poter comprendere – disegnando, ogni volta che leggevo un nuovo lavoro, una nuova cartina geografica – come le cartine delle terre fantastiche che si trovano nel Signore degli Anelli o nella Spada di Shannara – e confrontando ogni volta la nuova cartina con le precedenti.
Con Il mostro della piscina (Intermezzi, 2009) ero già andato un po’ in crisi. Però – mi dicevo – vabbè: è un romanzo completamente diverso, estemporaneo, appartiene a un genere particolare, e poi si sa che lo ha ideato tanti anni fa, quando non era ancora davvero // Marco Candida //, il Marco Candida delle cartine geografiche dispiegate sul tavolo della mia testa. E così, dicendomi queste cose, ho superato la crisi.
Ecco. Giorni fa ho letto Il bisogno dei segreti, che, lo dico subito, è un gran bel romanzo. E questa volta non ci sono scuse. Apertamente mi arrendo: non scriverò una recensione del Bisogno dei segreti, o almeno non scriverò il tipo di recensione che credevo avrei scritto. E nel raccontare questa resa, nei prossimi post, cercherò almeno di spiegare perché.

Prosegue qui.