L’altro me (parte diciannovesima)

Pubblico, in una serie di post, l’intervento al Pesaro Comics & Games 2014.
(La prima parte, la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima, l’ottava, la nona, la decima, l’undicesima, la dodicesima, la tredicesima, la quattordicesima, la quindicesima, la sedicesima, la diciassettesima e la diciottesima)

L’altro me – l’avversario nell’animazione robotica classica

Daltanious (Toei/Sunrise, 1979)
Daltanious (Toei/Sunrise, 1979)

Padri e specchi. L’abisso psico-teologico o psico-mitico di Daltanious è certo meno onirico di quello di Combattler. Essendo costruito esclusivamente su figure umanoidi e su un elemento di chiara impronta scientifica come la clonazione, qui è l’aspetto squisitamente psichico a dominare negli schemi dello specchio e della funzione paterna, riassorbendo in sé la proiezione mitica e teologica (ma paradossalmente, come vedremo, mantenendola e complicandola).

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L’altro me (parte settima)

Pubblico, in una serie di post, l’intervento al Pesaro Comics & Games 2014.
(La prima parte, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta)

L’altro me – l’avversario nell’animazione robotica classica

Getter Robot (Toei, 1974)
Getter Robot (Toei, 1974)

Telestiké. La scoperta dell’esistenza del robot da parte dell’eroe, l’apertura del varco e l’emersione del sommerso arrivano insieme. Perché i mostri non sono i mostri dell’eroe prima della scoperta dell’esistenza del super robot: specialmente nell’era post-nagaiana, la scoperta dell’esistenza del robot e l’assunzione di responsabilità dell’eroe coincidono con la presa di coscienza della propria predestinazione, dunque del fatto che l’abisso è il suo abisso: il super robot è stato costruito per combattere mostri che fino a quel momento, se anche si erano già affacciati sul mondo reale, non sembravano rappresentare una faccenda personale dell’eroe, e l’eroe non era ancora eroe. Il super robot è il mediatore fra i due mondi e il guardiano del varco. In alcune serie, come Raideen e Diapolon, il carattere divino del super robot è esplicitamente affermato. E non è forse Getter Robot, in tutte le sue incarnazioni, quel costrutto della tecnica in grado di convogliare in sé i raggi getter, l’energia cosmica misteriosa che stimola l’evoluzione, tanto che i raggi e il robot  si intrecceranno come spirito e corpo, e si svilupperanno in forme sempre più forti e complesse, fino a sviluppare le pupille, lo specchio della coscienza?

A sua volta il fatto che il super robot non sia un’arma prodotta in serie, ovvero il fatto della sua unicità – che lo distingue dai mostri seriali e ne alimenta lo status di divinità e la funzione di mediazione – si riverbera sulla natura dell’abisso oltre il varco e contribuisce a caratterizzarlo come dimensione altra rispetto al reale quotidiano.

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