And the radio plays

 …Ad aumentare l’interesse per il progetto è il fatto che la CNP ha compiuto un gesto di estrema emancipazione dai meccanismi editoriali di questo paese, esercitando una forma di autopubblicazione al di là di ogni compromesso, con una formula all’avanguardia che elimina in un solo colpo tutti gli intermediari editoriali. Ecco dunque che troviamo l’elemento chiave che determina la linea di rottura fra l’operazione di CNP e, da un lato, la forma narrativa blogghistica con la sua natura frammentaria e, dall’altro, l’autopubblicazione tramite servizi online sul modello di lulu.com. Questo elemento è la fiducia nella qualità della propria scrittura e nelle competenze editoriali acquisite lavorando per anni nel settore dell’editoria…

Qui, su Il lavoro culturale, Claudia Boscolo parla di Lo zelo e la guerra aperta, della Cooperativa di narrazione popolare, e intervista Ilaria, Enrico e me.

Su Lo zelo e la guerra aperta hanno scritto anche S.A., Nicola Ciccoli e Matteo Pascoletti. Della CNP ha parlato anche Mattia Filippini.

Lo zelo e la guerra aperta [3 di 3]

[“Eppure sembrava che fosse finita” di Enrico Piscitelli è il terzo racconto della raccolta Lo zelo e la guerra aperta, libro scritto a sei mani dalla Cooperativa di narrazione popolare. Il primo racconto – Inadatto al volo di Ilaria Giannini – lo trovate su Milanoromatrani. Il secondo racconto – Radici di Jacopo Nacci – su Tracce nella rete. Da questa sera Lo zelo e la guerra aperta sarà disponibile gratuitamente in formato epub e pdf sul blog della Cooperativa di narrazione popolare]

Eppure sembrava che fosse finita
di Enrico Piscitelli

È finita. È finita da tanto. È finita da così tanto tempo che Michela son mesi che si chiede se non sarebbe il caso di farlo sapere anche a Luca. Specie mentre lo abbraccia, e lui si lamenta del lavoro e delle cazzate di sua madre, perché quel cretino di Luca vive ancora con sua madre e lei lo odia, lo odia perché anche lei vive ancora con sua madre e con suo padre, a casa, nella stessa stanza di quando era bambina. E odia Luca perché è sceso così in basso, ha trasformato il suo mondo, il loro mondo, in un banale conflitto col Mondo intero, roba che manco i tizi della rivista marxista-leninista dell’università erano così banali. E supponenti allo stesso tempo.
«Oggi ho smesso di fumare per mezz’ora», dice Luca, e Michela proprio non ne può più di quell’ironia intelligente, di quel prendersi sul serio, del sorrisino che c’ha, lui, stampato sulla bocca, per quella ironica e intelligente battuta, che nessuno capisce, e che Michela capisce, ma solo perché lui l’ha educata a quella sua ironica, inutile, intelligenza.
E allora glielo dice, fra i denti, e non vedeva l’ora, in fondo:

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“Inadatto al volo” è on line

CNP - Lo zelo e la geurra aperta
Clicca per leggere "Inadatto al volo" di Ilaria Giannini

Oggi è uscito il primo dei tre racconti che compongono Lo zelo e la guerra aperta: “Inadatto al volo” di Ilaria Giannini. Lo si può leggere qui, su MilanoRomaTrani. Mercoledì uscirà il secondo dei tre racconti che compongono Lo zelo e la guerra aperta: il mio “Radici”, del quale è già possibile leggere un’anticipazione qui su CNP. Venerdì usciranno sia il terzo dei tre racconti che compongono Lo zelo e la guerra aperta, “Eppure sembrava che fosse finita” di Enrico Piscitelli, sia l’intero Lo zelo e la guerra aperta in formato epub e pdf, scaricabile gratuitamente.

Ranking Dread

Dedalus classifica
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Qualche giorno fa sono usciti i risultati totali delle classifiche di Pordenonelegge-Dedalus dicembre 2011. Segnalo, oltre al piazzamento di Dreadlock! al 14° posto della categoria “Narrativa”, il 22° posto, sempre in “Narrativa”, assegnato a Nessun paradiso di Enrico Piscitelli, e il 3° della categoria “Altre scritture”, a Se fossi fuoco, arderei Firenze di Vanni Santoni. Ringrazio i giurati.

 

Qualche libro del 2011

Di recensioni, recensioni di narrativa in particolare, quest’anno ne ho fatte pochissime, come si evince sfogliando la categoria recensioni su Yattaran: solo il post sui plugin della saggistica e due romanzi: Il bisogno dei segreti di Marco Candida e Se fossi fuoco arderei Firenze di Vanni Santoni. In realtà ho parlato anche di Nessun Paradiso di Enrico Piscitelli: qui (e anche del saggio di Federica Sgaggio, Il paese dei buoni e dei cattivi).
Oltre questi, mi sento di consigliare altri quattro titoli: L’ora migliore e altri racconti di Simone Ghelli (qui un estratto), racconti, lo dico subito, dei quali io non sono in grado di parlare (ma in parecchi, e bravi, lo hanno fatto), tanto mi hanno coinvolto e in quale modo; e questo perché qui, dopo il primo meta-racconto, che svolge anche il ruolo di sapiente introduzione, è tutt’un esplodere di epifanie che si compie nello spazio del preverbale onirico, e il filo narrativo si immerge nell’abisso, senza per questo mai venire meno. Storie. Ambienti. Suggestione. Luci. Oscurità. Vibrazione. Cose. Ghelli la sa lunga, soprattutto la sa profonda; posso dire solo: leggetelo, è un’esperienza.
L’impavida eroina eccetera, di Mauro Mirci, è un’altra raccolta di racconti – e siamo già alla seconda raccolta di racconti: io adoro le raccolte di racconti, specie se confezionate con questa perizia – racconti, quelli di Mirci, senza fronzoli, senza trucchi, solo racconti, puliti, precisi, delicati, empatici, narrati con quell’atteggiamento autoriale impeccabile che può essere solo il frutto della pietas verso i personaggi e dell’attenzione al reale, e che proprio per questo sanno inerpicarsi ai vertici e spalancare immagini sublimi, che illuminano tutto; vi dico solo: il tedesco alla mitragliatrice, le buste, il cortile; chi leggerà capirà, e vedrà che ho fatto solo esempi.
De La seconda persona di Demetrio Paolin (qui un estratto), della capacità di Paolin di perlustrare l’interiorità in un modo che rende la sua scrittura completamente diversa da tutto ciò che si trova in giro, della sua misericordiosa spietatezza, del suo trascendente corporeo, del suo male benigno, del suo bene doloroso, del suo materialismo sacro, del suo sacro materiale e di altri paradossi concettualmente perfetti tenterò di parlare, insieme a lui, il 14 gennaio alla Biblioteca San Giovanni di Pesaro.
E non è un romanzo ma quasi – per il piglio, per l’urgenza, per l’assurdità – Pazzi scatenati, il libro-inchiesta di Federico Di Vita sull’editoria italiana; che uscirà a gennaio, ma cominciate a pressare il libraio. Un libro che semplicemente va letto, e credo che questo consiglio lo darò, d’ora in poi, in occasione di ogni presentazione di libri nella quale mi troverò a essere parte attiva.

Santoni parla di Dreadlock

Un mondo immaginario […] non solo coerente formalmente e filosoficamente, ma anche in qualche modo consapevole dell’essere maya, illusione, come del resto tutti i mondi, innanzitutto quello di chi sta scrivendo – o leggendo – questo pezzo, con buona pace dei nostri ombelichi.

Da Di ombelichi e mondi immaginari.

Dove Vanni Santoni parla anche di Nina dei Lupi di Alessandro Bertante, L’isola dei liombruni di Giovanni De Feo, Nessun paradiso di Enrico Piscitelli, Il senso del piombo di Luca Moretti, mostrando quanto sia in errore chi vede solo ombelichi ovunque.