Dreadlock

Dreadlock di Jacopo Nacci – copertina

A Bologna c’è un nuovo supereroe. Matteo, prossimo alla laurea, scopre di potersi trasformare in Dreadlock, potente rasta capace d’evocare gli elementi naturali: salta fin quasi a volare col sostegno del vento, erige muri d’aria, manipola il fuoco e la terra. Ma cosa può davvero Dreadlock fra conflitti etnici ed economici, terrorismo senza ritorno e svilimento postremo della dignità umana? Jacopo Nacci racconta un universo ferito da media e Potere con una narrazione spiazzante che deve molto al fumetto e ha la forza di una parabola. Perché interroga il bene come il male, passando per l’egoismo, il fallimento, la collera, la carne e lo spirito, che bruciano assieme in un mondo al collasso.

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Recensioni

Quello di Dreadlock è il mondo platonico di Zion contrapposto alla Babilonia in cui vive Matteo, una Babilonia in cui uno dei principali demoni, affrontato in questa “prima serie”, è l’espulsione della complessità.
Matteo Pascoletti recensisce Dreadlock

Dreadlock! è un compatto romanzo d’avventura con citazioni colte ben dosate, come accade nelle migliori sceneggiature di fumetti d’autore. Ci sono idee che sembrano semplici prestiti (come quella dei Laureati, che lì per lì pare solo una citazione di Point Break) e poi prendono corpo e vanno in profondità.
Federico Platania parla di Dreadlock

La parabola di Matteo è una parabola umana, la costruzione di una nuova chiarezza nello sguardo, il tentativo di districarsi da un mare di merda in maniera vincente.
Nicola Cicoli recensisce Dreadlock

Tutto, da queste premesse, potrebbe far pensare alla boutade, all’ennesima parodia, rivisitazione o messa in discussione del genere supereroistico. E invece no: con una perizia e una dedizione che mettono i brividi, Nacci prende tutto maledettamente sul serio, e usa anzi lo spunto supereroistico per dare vita a un mondo immaginario – un mondo dove esiste la Bologna studentesca e anche il cazzuto supereroe Dreadlock – non solo coerente formalmente e filosoficamente, ma anche in qualche modo consapevole dell’essere maya, illusione, come del resto tutti i mondi.
Vanni Santoni parla di Dreadlock

Immerso nella condizione di futuro precario a cui lo condannano gli studi universitari, Matteo osserva una Bologna in preda all’odio razzista e annichilita dalla comicità sinistra e pervasiva del regime, che spegne ogni capacità reattiva. Avverte una vibrazione: profonda, differente, come un rombo. L’aria si muove rapida, e il rumore è quello dei vetri infranti: Matteo è Dreadlock.
Luca Giudici recensisce Dreadlock

Dreadlock di Jacopo Nacci è un esempio riuscito di come si possa ancora scrivere narrativa rappresentando e insieme interpretando la realtà attraverso un pensiero critico.
Marina Della Bella recensisce Dreadlock

Con uno stile plastico, fumettistico, Jacopo Nacci tratteggia un’opera fondamentale per comprendere i giorni che ci troviamo a vivere: un libro-ostrica che nasconde più livelli di lettura e allo stesso tempo si lascia divorare con gusto.
Ilaria Giannini recensisce Dreadlock

“Dreadlock!” è una gran bella storia (e non le manca niente: sorprese e capovolgimenti compresi), ma la critica culturale che pervade tutto il racconto è solida e lucida. Emerge dalle descrizioni di quell’umanità inebetita, ma ancora di più esplode nella tristezza e nella solitudine di Matteo in mezzo a quella desolazione.
Massimo Giuliani recensisce Dreadlock e mi intervista

Detonazione, sfregare con violenza, odioso, crudele, intollerabile.
Federico Tamburini recensisce Dreadlock

Il libro di Nacci è un libro piccolo ma acuto, un saggio in forma di romanzo ma con parti narrative incalzanti e inconsuete. Una lettura non godibile nel senso stretto della parola, ma palpabile, densa. Un piccolo bijou che mi ha sorpreso.
Ivano Porpora recensisce Dreadlock

Nel mondo durissimo di oggi, questi quarantenni resistono emotivamente anche grazie alle letture che hanno fatto. Le generazioni precedenti sono cresciute in mezzo alle favole con gli orchi. I quarantenni hanno letto, oltre che di orchi, di supereroi – e hanno imparato che gli orchi sono battibili. Bello.
Guido Tedoldi recensisce Dreadlock

Lo dico qua con una certa tranquillità. C’è tra i libri che ho letto lo scorso anno un libro molto bello che si intitola Dreadlock, l’ha scritto Jacopo Nacci. Ecco se questo libro l’avesse scritto un americano e l’avesse tradotto una casa editrice fighissima ora ne parleremmo tutti. Invece non è così e un po’ mi spiace perché il libro è molto bello, è scritto con una intelligenza e una cura veramente da invidiare. Ha una storia che prende, dentro ci sono tutti i temi di cui ora tutti si riempiono le bocche: precariato, società dei consumi, università, ma in realtà a Nacci non interessa parlare di questo ma della vocazione ovvero se è possibile essere ciò che si è. Se sia bene essere ciò che si è. Ecco invece di leggere romanzi in versi. Leggete questo libro. Grazie.
Demetrio Paolin parla di Dreadlock su Facebook