L’indicibile, cioè il reale

Pesaro dalla collina del Campus

Qualche giorno fa, il Collettivo Paolo Uccello – che ha un blog molto serio e molto bello e relativa pagina facebook che dovreste assolutamente seguire – mi ha fatto un’intervista, un’intervista a tutto campo – sui miei lavori, non solo sulla Guida ai robottoni – che mi ha tenuto costantemente sul filo tra vita pubblica e vita privata, che mi ha costretto a cercare le parole per raccontare la congiuntura tra condizione di vita, concezione del mondo e concezione della scrittura. Insomma, quelli del Collettivo mi hanno costretto a mettere in piazza un po’ di cose, e ho dovuto fare un gran lavoro per riuscire a starci dentro senza scappare e senza metterci dentro troppo. Non smetterò mai di ringraziarli.

Intervista e recensione su Fantascienza.com

Jeeg, 1975
Jeeg, 1975

Operazioni di questo tipo lasciano sempre il sospetto legittimo che si tratti di sovrainterpretazione: che sia insomma un unico grande trip che si svolge nella mente del critico di turno, e che in realtà gli autori di cui si parla non intendessero affatto ciò che si attribuisce loro. È un rischio che Nacci elude abilmente: la sua analisi è convincente e ricca di argomentazioni, ed è particolarmente efficace la scelta di creare una grammatica di definizioni (l’abisso, la catastrofe…) in cui tutte le serie si incasellano alla perfezione.

Su Fantascienza.com escono pressoché in contemporanea una recensione di Guida ai super robot – che si prende cinque stelline – e un’intervista, entrambe firmate da Lorenzo Trenti.

Guida ai super robot su Mangialibri

Voltes 5, 1977
Voltes 5, 1977

Il libro curato dal pesarese Jacopo Nacci invece scardina dal di dentro il format di cui sopra, rendendo Guida ai super robot qualcosa di molto differente, di molto sorprendente, di infinitamente migliore. Le schede sono qui solo un punto di partenza, un pretesto o forse un dazio da pagare: siamo di fronte a un saggio che analizza con acume gli anime dal punto di vista tecnico, stilistico e tematico, che indaga i risvolti sociali delle trame, che accompagna il lettore lungo un percorso filosofico, poetico e grafico con una certosina competenza che non rinuncia però al gusto per l’astrazione, all’azzardo speculativo, all’iperbole estetica.

Su Mangialibri una splendida recensione di David Frati.