Della Bella recensisce Dreadlock

Antonio Sileo, Dreadlock

E’ in questi vuoti di secondo livello, apparentemente immateriali, che l’io narrante si avventura per stanarne ogni pulsione di morte, ogni concreta ferocia, ogni subdolo rischio di assuefazione all’insensibilità, per poi uscirne intatto nella forma di un’umanità superstite, forse ancora capace di vita e di senso. Si tratta di un corpo a corpo molto simile a quello che ingaggia il supereroe Dreadlock a difesa dalle ingiustizie.
Quest’ultimo, anche se da un piano diverso (dall’alto dei tetti, e con le trasfigurazioni che per fortuna nulla hanno a che vedere con le maschere funerarie della virtualità televisiva), nel fluire della narrazione in parte si avvicina al protagonista (e, attraverso lui, anche al narratore), in un gioco di intersezioni e sovrapposizioni che allude a una pluridimensionalità dell’io irriducibile anche al principio di realtà.

Marina Della Bella recensisce Dreadlock qui.

Francesco Cristiano recensisce Dreadlock

Dreadlock visto da Antonio Sileo

Una fittissima rete di collegamenti fra i pochi protagonisti, le citazioni sull’attuale realtà italiana che in questo momento imperversa, sono raccontate da Nacci con originalità e fantasia, ma affondano nella crisi totale dei valori, nell’odio che sfocia nella xenofobia, nel razzismo e soprattutto in un contesto offeso e perseguitato da media e Potere (Stato e Polizia). Degna di nota la citazione di un’intervista di Umberto Eco: “La società richiede che il giovane laureato s’inventi un mestiere, e se quel giovane è in grado di inventarselo, è perchè qualcuno gli ha insegnato una forma di pensiero flessibile”, trasformata in odio da un ladro che in realtà era un dotto laureato, preda della crisi.

Il punto di forza di Dreadlock, è appunto il fatto di decontestualizzare il vero, dandogli un alone di fantastico, pur rimanendo sempre con i piedi per terra.

Francesco Cristiano recensisce Dreadlock su Radio Ciroma 105.7FM.

Santoni parla di Dreadlock

Un mondo immaginario […] non solo coerente formalmente e filosoficamente, ma anche in qualche modo consapevole dell’essere maya, illusione, come del resto tutti i mondi, innanzitutto quello di chi sta scrivendo – o leggendo – questo pezzo, con buona pace dei nostri ombelichi.

Da Di ombelichi e mondi immaginari.

Dove Vanni Santoni parla anche di Nina dei Lupi di Alessandro Bertante, L’isola dei liombruni di Giovanni De Feo, Nessun paradiso di Enrico Piscitelli, Il senso del piombo di Luca Moretti, mostrando quanto sia in errore chi vede solo ombelichi ovunque.

Pascoletti recensisce Dread

Dreadlock visto da Antonio Sileo
Dreadlock visto da Antonio Sileo

[…] Dreadlock! (Zona 9volt, 2011), che esce in libreria il 25 ottobre, è un tassello godibilissimo di questo percorso. È un romanzo breve, ma molto denso, di quelli che, a distanza di anni, si torna volentieri a leggere per scoprire magari strati e zone di significato che in precedenza erano sfuggiti, o che erano scivolati via perché non eravamo pronti a specchiarci in essi. […]

Qui la recensione completa.